Belprato in_vita è nato con la volontà di creare momenti di vitalità nel periodo estivo in combinazione col progetto Belprato Paese delle Case Dipinte. Rassegna artistica nelle sue varie forme, spazio a giovani locali ed alle loro esperienze, momenti di aggregazione a memoria delle tradizioni del paese, la settimana di ferragosto 2024 non ha visto a Belprato solo i pittori all’opera. Abbiamo conosciuto giovani locali che scelgono di approfondire nelle loro tesi di laurea temi legati alle tradizioni e allo spopolamento delle zone montane (Claudia Crescini e Samuele Maruelli), abbiamo riabbracciato Luca Ghidinelli, già a Belprato lo scorso anno per un dipinto su parete, che quest’anno ci ha mostrato i sui lavori realizzati con la penna biro; infine abbiamo accolto Fulvio Mariani, documentarista svizzero amante della montagna e delle sue realtà più curiose ed introverse. Abbiamo apprezzato momenti musicali e scoperto espressività manuali attraverso i mercatini dell’artigianato.
Nove artisti hanno aggiunto nuovi dipinti sulle nostre case, alcuni dei quali ritornati con entusiasmo a Belprato come la veterana ed amica Angela Cerqui che quest’anno ha arricchito uno dei primi murales realizzati in Paese, quello che nella zona blu riprende la chiesta di Barbaine. Angela ha aggiunto ai lati del dipinto due immagini di santi tratte dagli affreschi che si trovano all’interno della chiesetta, dando al dipinto originario una maggiore contestualizzazione. Tra i ritorni quello del Sirmionese Damiano Valbusa, alle prese con un soggetto inerente i vecchi mestieri, con la volontà di ricordare un mondo ed una tradizione che purtroppo stanno scomparendo. Lo stile un po’ naif vuole esprimere la genuinità del mondo contadino, una visione positiva e leggera dove il protagonista appare sereno ed in pace pur mantenendo serietà e concentrazione nei movimenti. E’ stato un piacere accogliere Francesca Bozzoli impegnata nella decorazione di un’intera parete utilizzando uno stile simbolista, che non vuole rappresentare il reale ma è volto a far riflettere, a far emergere l’invisibile, l’essenziale. Ed ecco che si crea un mondo immaginario, da cui emergono i Pilastri della creazione. La tigre che avvolge la terra tra le sue zampe è un simbolo potente, mentre l’uomo, distolto dalla realtà cerca di afferrare la luna. Una metafora del modo attuale, in cui l’uomo è cieco alla bellezza ed alla fragilità del pianeta ed abbandona ciò che è essenziale per inseguire la ricchezza materiale. L’animale rappresenta invece la forza primordiale e la sopravvivenza di una terra in declino. L’opera si ispira al primitivismo tribale, ma con tocchi di colore vivace che rendono omaggio all’espressionismo astratto e surreale.
Prima esperienza per la quattordicenne Matilde Ghidinelli, il suo riquadro sotto la galleria di via Garosio vuole lanciare un messaggio di affetto e connessione tra uomo e mondo animale. La mano dell’uomo che si tende con dolcezza verso il gatto curioso si allunga a toccare la luna, che diventa l’anello di connessione tra i due, simbolo del legame che può instaurarsi tra queste due entità. Sempre in questa zona del paese, alzando lo sguardo sopra i tetti si può scorgere il riquadro di Roberta Pancera, che utilizza la tecnica del graffito, tecnica murale antica quanto l’affresco. La bambina raffigurata, seduta tra i fiori, attira una farfalla che le sfiora le mani. Con questa immagine l’artista ha voluto dare volto alla semplicità e serenità che appartengono all’uomo, che nel bambino si manifestano spontanee ma si ritrovano anche nell’adulto quando ritrova il contatto con la natura. Nella parte alta del Paese ha lavorato Elena Quaresmini, alla sua prima esperienza a Belprato. Suo l’affresco in via Rinaldini dal titolo Speranza di Pace. L’immagine è contemporanea ma realizzata con una tecnica antica, l’affresco, che richiede maestria ed esperienza. Una tecnica insidiosa per cui sono necessarie velocità di esecuzione e sicurezza. Da alcuni anni la ripresa o rifacimento dei dipinti più rovinati sta acquisendo sempre più importanza, tanto che nei prossimi anni sarà l’attività predominante.
Quest’estate è stata la volta della striscia decorativa sulla fiancata della ex scuola elementare, che era ormai sbiadita. E’ stata parzialmente sbiancata per fare spazio ad una nuova rappresentazione a tema (il tempo) che continuerà anche nella prossima edizione. Vi hanno operato ben 4artisti, tra cui due amici che abbiamo riaccolto volentieri i due artisti valsabbini: Paola Mori e Roberto Baruelli. Non poteva quindi mancare un richiamo al film Tempi moderni ed alla famosa scena in cui Charlie Chaplin si arrrampica tra le ruote dentate che nel dipinto diventano ingranaggi di un orologio, mostrando la ciclicità di tutto ciò che ci circonda. Il suo viso sorridente mostra l’inevitabilità dello scorrere del tempo, che affronta rassegnato e sereno. Poco più a sinistra Paola Mori si ispira, per il suo soggetto, ad una frase di Rita Levi Montalcini: “la scelta di un giovane dipende dalla sua inclinazione, ma anche dalla fortuna di incontrare un grande maestro” (da La Clessidra della vita). E così il suo dipinto non vuole semplicemente rappresentare uno strumento di misurazione del tempo, ma va a onorare l’edificio su cui si colloca, che un tempo era la scuola del paese, sottolineando l’importanza della crescita formativa ed allo stesso tempo creando un percorso temporale basato sulle destinazioni d’uso dell’edificio. Ed ecco che scienza e sapere, passato e futuro appaino nei due bulbi della clessidra all’interno della quale scorrono i granelli di sabbia del tempo. Ogni granello è un istante, un momento di vita, che serve a costruire ciò che siamo.
Completa la nuova decorazione un soggetto ad opera di Elena Quaresmini e Marino Gabusi dal titolo I frammenti del tempo. In questo riquadro a due mani gli artisti hanno voluto rappresentare il tempo nelle sue diverse accezioni: la contemplazione del tempo, il tempo che si può avvicinare ed allontanare, che a volte è lento e ha bisogno di spinte affinché passi più velocemente, il tempo che ti rincorre e non fa rallentare, il tempo a cui si può chiedere una mano nella speranza di avere tempo a sufficienza, il tempo che sfugge e si frammenta in mille pezzi. Tutte interpretazioni collegate idealmente da un filo rosso, come il filo di Arianna. Nella parte iniziale della striscia rimane però uno stralcio della vecchia decorazione realizzata nel 2013 dagli allora ragazzini del paese sotto la guida attenta di Marino. Rinvigorito nei colori, resta come ricordo di come il progetto Belprato Paese delle Case Dipinte ha avuto inizio. Diventa a sua volta una rappresentazione del divenire ed è allo stesso tempo la celebrazione dell’energia vitale dell’arte, di come dal nulla si può costruire e sviluppare un progetto. Un progetto che negli anni ha dato opportunità di espressione ad artisti locali e non, creando legami ed occasioni. Un grazie a tutti coloro che sono stati con noi in questa edizione ed un arrivederci alla prossima edizione.